I piccoli paesi della Sicilia centrale, durante il periodo pasquale, mostrano tutto il carattere e l’intensità di una terra ricca di affascinanti tradizioni popolari e religiose, d’inestimabile valore culturale, trasmesse da generazione in generazione.
Luoghi lontani da i soliti itinerari turistici, adagiati su morbide colline colorate di verde, fino in primavera, che magicamente si tingono di giallo in estate. Paesaggi rurali infiniti di sconfinata bellezza tra cui si scorgono le luci di una piccola cittadina, San Cataldo, la cui storia delle sue tradizioni, raccontata attraverso le manifestazioni della Settimana Santa, rivela un mondo autentico totalmente travolgente.
Le tradizioni della Settimana Santa Sancataldese sono un appuntamento caro e atteso con trepidazione da tutta la città, dai pellegrini e dai turisti che la popolano in questo periodo, riempiendo le strade e le piazze, rivivendo intensamente il ricordo della Passione e morte di Cristo.
Durante quasi tutta la settimana si susseguono rappresentazioni teatrali a carattere religioso e processioni sacre in un clima raccolto, suggestivo ed emozionante.
La settimana comincia quindi con il Mercoledì Santo durante il quale, nel tardo pomeriggio, un corteo storico formato da più di duecento figuranti nei panni di popolani, ancelle, cavalieri, principi e sinedriti ebrei, sfilano lungo il corso principale a ritmo dei rulli di tamburo e degli squilli di tromba dei legionari romani.
Il corteo si conclude in Piazza degli Eroi, dove avrà luogo il Processo a Cristo al cospetto del Pretorio di Ponzio Pilato, costretto dai sacerdoti ad acconsentire alla loro richiesta di mettere a morte Gesù e liberare il prigioniero Barabba, all’interno di una spettacolare scenografia che proietta lo spettatore in un’atmosfera unica nel suo genere.
Dopo la rappresentazione avviene la risalita “Sulla via del Calvario”, caratterizzata da 5 emozionanti momenti, chiamati “Quadri Plastici”.
Il Giovedì Santo, una processione religiosa accompagna i simulacri della Madonna Addolorata e di San Giovanni , sorretti a spalla da i loro devoti i quali richiamano e coinvolgono la folla gridando: “E gridamu tutti!” “Evviva San Giuvannuzzu”. L’Addolorata e San Giovanni, appresa la notizia della cattura di Gesù, vanno alla sua ricerca, percorrendo le vie del centro storico e bussando alle chiese, adornate con i caratteristici Sepolcri, le quali ad ogni passaggio chiudono le porte per significare che Gesù non è lì. Tale momento viene sottolineato dalle note del “Pianto di Maria”, intonata dalla banda musicale, la quale insieme a tutta l’atmosfera, ai colori porpora e viola delle due vare e dei drappi stesi sulle balconate e alle luci soffuse dei lumini suscitano forte commozione e pathos.
Il Venerdì Santo è il giorno più denso di appuntamenti. Quello in assoluto più emozionante e sentito è “U’ncuntru”.
Alle sei del mattino, i componenti della Confraternita del Santissimo Sacramento, sistemano il cataletto del Cristo per la solenne processione verso il Calvario, alla quale partecipano tutte le Confraternite della Città, il Clero locale, nonché i rappresentanti delle cariche Istituzionali in Alta Uniforme.
Alle ore sette, nella Piazza San Giuseppe, accompagnato da un rispettoso e avvolgente silenzio,nonostante la piazza sia gremita di gente, avviene quindi uno degli eventi più belli ed toccanti della Settimana Santa Sancataldese: San Giovanni e l’Addolorata si avvicinano al Cataletto del Cristo e si inchinano, mentre la banda suona lo struggente “Chiantu di Marì”.
Successivamente la processione proseguirà, accompagnata dal suono della banda a passo cadenzato, l”Annacata”, verso il calvario dove durante tutto il giorno, la piccola cappella, sarà meta di pellegrinaggio dei fedeli e di devoti “a pedi scanzi”, cioè a piedi scalzi.
Alle ore undici ha luogo, lungo il corso principale della città, la cosiddetta Processione dei Misteri. I diversi gruppi statuari, detti Vare, raffiguranti i vari momenti della Passione di Cristo durante la Via Crucis sono guidati da incappucciati i quali in mano tengono cuscini con gli strumenti della Passione. Alla fine della Processione i componenti della Confraternita del Santissimo Sacramento, avvolgeranno in un lenzuolo il Corpo del Cristo sul cataletto e lo porteranno sulla sommità del Calvario, per issarlo sulla croce.
Il “Complesso monumentale del Calvario”, edificato nel 1854, di recente è stato sottoposto a restauro e arricchito con l’installazione di 18 pannelli in ceramica a basso rilievo, di cui 14 rappresentanti i tradizionali momenti della Via Crucis e della Via Lucis.
I pannelli, in ceramica, rappresentano un’opera portata a termine con l’obiettivo di riproporre in chiave moderna, la funzionalità delle cappelle d’epoca contenenti i gruppi sacri in cartapesta, raffiguranti le scene della via Crucis, nominate tradizionalmente “vare” e sono stati realizzati dalle migliori scuole artigiane d’Italia.
Ed è proprio questo importante luogo che il Venerdì Santo, in serata, diviene teatro della cosiddetta “Scinnenza”. L’intera piazza gremita di gente assiste alla rappresentazione della morte di Cristo e della sua discesa dalla croce. Ancora una volta rappresentazione popolare e processione religiosa si intersecano dando luogo ad un momento di pura emozione e raccoglimento.
La Domenica di Pasqua il paese regala un’ultima perla della sua tradizione, sono i “Sanpaoloni”. Unici nel loro genere, i giganti dal capo in cartapesta,rappresentano gli undici Apostoli, che il giorno di Pasqua vanno incontro al Cristo risorto. La loro dimensione è simbolo della grande fede. Il loro corpo è cavo con un telaio ricoperto da lunghe vesti, al cui interno si collocano i portatori, i quali riescono a vedere tramite una fessura posta all’altezza degli occhi.
L’andatura ritmata de I Sampaoloni, scandita dal suono gioioso della banda musicale, annuncia la fine delle sofferenze, che hanno caratterizzato l’intera Settimana Santa.
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